La magnetoterapia non è la terapia per eccellenza usata nel trattamento dell’epicondilite, ciò nonostante, può essere di grande aiuto nella strategia terapeutica globale e per questo viene spesso raccomandata.
L’epicondilite è un processo infiammatorio del tendine d’origine dei muscoli estensori della mano; è conosciuta volgarmente come “gomito del tennista”, già che quasi il 50% dei tennisti finiscono per patire questa lesione durante la loro carriera sportiva. Inoltre è una patologia piuttosto comune ad altre professioni che richiedono intensi sforzi compiuti con le estremità superiori.
L’epicondilite si manifesta con dolore, presente anche in condizione di riposo; nel realizzare l’estensione dorsale, il dolore aumenta, in special modo quando si ostacola il movimento. Il dolore è presente anche alla palpazione dell’epicondilo sul tendine infiammato.
Il trattamento fisioterapico richiede, in primo luogo, riposo: la riabilitazione è impossibile se manteniamo il livello di sforzo che ha originato la lesione.
Molto probabilmente il medico prescriverà calmanti e antiinfiammatori; è possibile limitare la mobilità con un bendaggio che limiti la prono-supinazione dell’avambraccio e la flesso-estensione della mano.
Dopo l’intervento iniziale per alleviare il dolore, con compresse termiche fredde o con un massaggio locale con un cubetto di ghiaccio, la magnetoterapia può essere consigliata.
Questa tecnica è in grado di rilassare il muscolo, migliorando la microcircolazione, accelerando il trofismo e alleviando il dolore. La magnetoterapia produce dunque un complesso si effetti che, agendo all’unisono, accelerano il processo di riabilitazione.